Il 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore: le biblioteche di Valsamoggia vi portano indietro nel tempo per scoprire l’origine di questi meravigliosi “oggetti”

In questo periodo particolare, di stasi forzata, è probabile che molti di noi abbiano avuto modo di terminare quel libro iniziato tanto tempo fa e abbandonato, per un motivo o per l’altro, su un comodino, con un bel segnalibro all’interno. Altri magari ne hanno approfittando per “mettersi in pari” con tutti i libri accumulati nella libreria e  ancora mai aperti.

Ogni libro presente nelle nostre case, vi è entrato per un una ragione specifica. A volte scegliamo di acquistarne uno basandoci solo sul riassunto del risvolto di copertina, o addirittura rapiti dalla bella immagine in copertina.
Il più delle volte è cosi, ma non sempre. E quando, leggendo, ci accorgiamo che il racconto ci ricorda qualche nostra esperienza vissuta o che stiamo vivendo, capiamo che era proprio questo il momento “giusto” per leggere quel particolare libro.
Non sempre, infatti, la nostra testa e la nostra mente sono pronte a ricevere una storia “qualunque”. C’è il momento in cui abbiamo necessità di leggere qualcosa che ci porti lontano con la mente e ci faccia sognare, altre volte invece abbiamo bisogno di un ritorno alla realtà, scegliendo magari una biografia o un saggio storico.
Ogni libro è diverso e anche noi, più o meno consapevolmente, ogni giorno lo siamo.

 

Ma ci siamo mai chiesti come questo oggetto, così piccolo ma tanto capace, sia arrivato fino a noi?
E per quale motivo abbia questo nome?
“Libro”, infatti, deriva dal latino liber.
Con il termine liber si indicava quella sottile pellicola che rimaneva tra il legno dell’albero e la sua corteccia, ed era usata per le prime forme di scrittura. Oltre a questa pellicola, si scriveva sulla pietra, ma anche sull’osso, sulle tavolette di cera o sul tessuto. Noto è che, ad esempio, i Sumeri utilizzassero tavolette di argilla.
Più o meno dalla fine del IV secolo a.C., gli Egizi iniziarono a servirsi del papiro e questo supporto venne poi sfruttato anche dagli antichi Greci e dai Romani.  Si suppone che nella città di Pergamo, nell’Asia minore, si utilizzasse già dal trecento a.C. la pergamena, prodotta con pelli di capra, pecora o vitello. Dopo una lunga lavorazione, diventava molto più morbida del papiro, poteva essere riutilizzata ed era possibile usare entrambi i lati.
L’invenzione della carta è tradizionalmente fissata al II secolo, ma probabilmente esisteva già in precedenza. Arrivò dai paesi Arabi prima in Spagna e poi nel XII secolo anche in Italia.
Il costo era minore ma risultava essere più fragile dei supporti precedenti.
Un’altra domanda che spesso non ci si pone perché la risposta pare scontata è che cosa sia effettivamente un libro. L’oggetto libro è un insieme di fogli, stampati oppure manoscritti, delle stesse dimensioni, rilegati insieme in un certo ordine e racchiusi da una copertina.
Facendo un piccolo passo indietro, è bene sapere che non sempre il materiale scritto ha avuto questa forma: infatti, il papiro non poteva essere piegato e quindi doveva essere conservato in rotoli composti da foglie incollate e arrotolate su bastoni di legno. In latino la parola rotolo si traduce con volumen.
I monaci furono i primi editori dei libri e, siccome non esisteva ancora la stampa, tutto veniva ricopiato a mano: i copisti sedevano su panche e si appoggiavano a piani inclinati  per svolgere il loro lavoro e i loro strumenti del mestiere erano calamai di argilla contenenti inchiostro vegetale, piume d’oca, righe di legno e pergamena. L’amanuense era quindi la persona che, per mestiere, ricopiava manoscritti.
In età classica questa “professione” esisteva già, ma era esercitata prevalentemente da schiavi di guerra, spesso greci e istruiti, ma con la diffusione del Cristianesimo il compito passò principalmente ai centri religiosi, in particolare all’ordine dei Benedettini.
La svolta si ebbe nel 1455, con l’invenzione, da parte di Gutenberg, della stampa a caratteri mobili. Questa nuova tecnica tipografica consisteva nell’allineare i singoli caratteri (ora in metallo) in modo da formare una pagina;  questa veniva poi cosparsa di inchiostro e pressata su un foglio di carta. L’innovazione consisteva nella possibilità di riutilizzare i caratteri. Infatti, con la tecnica precedente della xilografia, le matrici di stampa venivano ricavate da un unico pezzo di legno, che poteva essere impiegato solo per stampare sempre la stessa pagina, fino a quando non si rompeva la matrice.
Il primo libro stampato in Europa con la tecnica dei caratteri mobili fu la Bibbia, detta anche Bibbia a 42 linee, cioè 42 righe per pagina, con il testo stampato su due colonne.
I libri stampati con la nuova tecnica tra il 1453/1455 e il 1500 vengono chiamati incunaboli.
La stampa è una delle prime e più importanti forme di produzioni in serie. Le macchine da stampa a vapore diventarono popolari nel XIX secolo e potevano stampare 1100 fogli all’ora.
Le macchine tipografiche monotipo e linotipo furono introdotte verso la fine del XIX secolo.
Fino ad arrivare alla fine del XX secolo quando, con le nuove tecnologie, il libro arriva a poter fare a meno di un supporto fisico: è l’epoca del formato elettronico, degli eBook.

 

Mai come in questo particolare momento storico, ci stiamo rendendo effettivamente conto di quanto siano importanti i libri e della relativa diffusione e trasmissione del sapere. Ci permettono di comprendere il passato per affrontare al meglio il presente, sono l’hobby quotidiano nella nostra consolidata routine e ora più che mai sono la nostra finestra sul mondo.
Fatti di carta o riprodotti digitalmente, il libro è una risorsa preziosa che non fa che essere rivalutata ogni giorno.

 

Per celebrare questa giornata, dallo scorso lunedì stiamo condividendo con voi, dalla pagina Facebook delle biblioteche di Valsamoggia, diversi booktrailer prodotti dagli studenti delle Scuole secondarie di primo grado di Valsamoggia in occasione del progetto QR TRAILER – Libri in codice, tra i vincitori della VII edizione del concorso “Io amo i beni culturali” promosso da IBC Emilia-Romagna.
Potete trovare tutti i booktrailer prodotti dai ragazzi sul canale youtube della Fondazione Rocca dei Bentivoglio…buona visione!