Lunedì sera, continua Una Rocca Animata con La canzone del mare, film irlandese candidato al premio Oscar 2015!

Con qualche anno di ritardo (il film è del 2014) possiamo goderci La canzone del mare, pellicola dell’irlandese Tomm Moore, candidato al premio Oscar come miglior film d’animazione nel 2015.

Lo confesso, aspettavo di inserire il titolo nel cartellone di Una Rocca Animata fin dalla prima edizione, ma il film è stato distribuito in Italia con due anni di ritardo, nell’estate del 2016. Prima, era stato proiettato sporadicamente, in occasione di qualche festival, soltanto in lingua originale: è così che l’ho potuto vedere io, al Future Film Festival di Bologna nel 2015.

Fortunatamente siamo riusciti a proporvelo per questa seconda edizione, con gioia nostra e (speriamo!) di tutti quelli che potranno partecipare alla serata insieme a noi.

Innegabilmente, si tratta di un’opera fuori dai classici canali di distribuzione: questo è confermato dal lungo tempo occorso per la versione italiana ed è corroborato dal fatto che il precedente film del regista, The Secret of Kells (anch’esso nobilitato dalla nomination all’Oscar nel 2010), nelle nostre sale non ci sia mai arrivato.

Solitamente questo è indice di buona qualità: lo stile del film, positivamente fuori dagli schemi, ci trasporta all’interno di un’atmosfera di poesia e fiaba che difficilmente riusciamo a trovare nei film d’animazione contemporanei. I disegni, rigorosamente fatti a mano e ricchissimi di particolari pittorici, i colori sfumati, il tratto che continuamente richiama la forma della spirale (simbolo celtico dell’unione tra spirito e materia), tutto concorre a collocare la storia nel solco del mito e del folklore irlandese.

La canzone del mare è infatti infarcito di richiami alle leggende tradizionali celtiche, con tanto di selkie (sirene, ma il termine significa foca), giganti, “mostri” e folletti, che si riveleranno (a dispetto del loro aspetto minaccioso) molto meno pericolosi di quanto temuto.

La vicenda, che si snoda in modo molto lineare e di facile comprensione per i più piccoli, è quella della difficile convivenza tra il giovane Ben e la sorellina Saoirse. I due abitano in un faro su una scogliera con il padre, un massiccio omone taciturno dal cuore d’oro, e il cagnolone Cù: la famiglia condivide il ricordo di una dolorosa perdita che ancora condiziona le loro vite. Quando il papà, credendo di agire per il meglio, affida i piccoli alle cure di una rigorosa nonna, i due fratellini decidono di unire le forze e trovare il modo di tornare a casa.

La loro “fuga” li catapulterà all’interno di una magica avventura piena di creature leggendarie, in un mondo di fantasia che li costringerà a trovare il coraggio di perdonare e di superare il loro dolore, di capire che le sofferenze fanno parte della vita e che solo sopravvivendo ad esse potranno nuovamente essere una famiglia felice.

Temi profondi certamente, ma proposti ai bambini in modo poetico e mai forzato, all’interno di una magica cornice che permetterà loro di sognare e scoprire le leggende di un popolo lontano.

 

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