Inaugura il 12 giugno, nella Sala Ginevra della Rocca “CAMIONISTE POLACCHE Ausiliarie del 2° Corpo d’Armata Polacco. Dalla Russia all’Italia. 1942-1946”, una straordinaria mostra documentaria e fotografica che ricorda e rende omaggio alle donne che durante il secondo conflitto mondiale fecero parte del II Corpo d’Armata Polacco, prestando servizio nell’esercito come autiste e camioniste in ruoli e incarichi solitamente ricoperti dagli uomini.

25 pannelli mostrano le bellissime immagini provenienti dall’archivio fotografico del Polish Institute and Sikorski Museum di Londra, un’ottima occasione di recupero della memoria di una storia poco conosciuta, soprattutto dalle nuove generazioni.

Scampate alle deportazioni e alle carceri sovietiche, queste giovani donne si arruolarono come volontarie nel secondo conflitto mondiale e furono addestrate insieme ai compatrioti maschi, operando poi nell’esercito come ausiliarie, non solo nelle tipiche mansioni di infermiere, vivandiere o radiotelegrafiste, ma anche come autiste e camioniste.

Considerate fino ad allora soltanto mogli e madri, nell’esercito si ritrovarono a lavorare circondate da uomini, a guidare da sole grossi camion, indossando divise coloniali, pantaloni da uomo, pantaloncini o gonne “moderne”, in un’epoca in cui la vista di una caviglia o delle ginocchia destava ancora scalpore. Assumendo ruoli e incarichi solitamente ricoperti dagli uomini, hanno così combattuto anche gli stereotipi di genere, infrangendo regole e tradizioni.

Durante la Campagna d’Italia il 2° Corpo d’Armata polacco si distinse in varie operazioni militari come la conquista di Montecassino (Linea di Gustav) e le battaglie di Piedimonte (Linea di Hitler), Loreto, Ancona, sfondamento della Linea Gotica, Faenza ed infine la liberazione di Bologna.

I polacchi combattevano fianco a fianco con le truppe italiane del I Raggruppamento Motorizzato, la prima grande unità combattente del ricostituito Esercito Italiano e con diverse unità partigiane, riconfermando il fraterno spirito d’amicizia che da secoli univa la Polonia e l’Italia.

Al Cimitero Militare Polacco di Montecassino, dove sono sepolti oltre mille soldati polacchi, sono rimaste queste parole scolpite sulla grande croce che sovrasta il cimitero, eretta su Monte Calvario: – “Per la nostra e vostra libertà – Noi soldati polacchi abbiamo dato la nostra anima a Dio, la nostra vita alla terra italiana, i nostri cuori alla Polonia”.

La mostra documentaria e fotografica è promossa dall’Associazione di Promozione Sociale Italo-Polacca “Via dell’Ambra” in collaborazione con  la Fondazione Rocca dei Bentivoglio.
La mostra è stata ideata dall’Associazione culturale italo – polacca Malwina Ogonowska di Bologna in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano.  Si ringrazia il Consolato Generale della RP in Milano per la concessione della Mostra.

 

 

Quadro storico

Il 1 settembre 1939 la Germania nazista invase la Polonia, dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale. Utilizzando le innovative tecniche della guerra-lampo, i tedeschi sconfissero l’esercito polacco, complice l’attacco alle spalle sferrato dall’Unione Sovietica il 17 settembre.

Grazie al patto di non aggressione tra Hitler e Stalin, l’Armata Rossa occupò i territori orientali dello stato polacco, dando subito inizio alla deportazione della popolazione. Durante l’occupazione sovietica, oltre un milione di uomini, donne e bambini fu caricato su treni da trasporto e deportato nei territori orientali dell’URSS e in Siberia. Moltissimi morirono per le malattie e le privazioni.

In seguito all’aggressione nazista all’URSS nel 22 giugno 1941 e alla fulminea avanzata delle truppe germaniche, a metà luglio lo schieramento iniziale dell’esercito sovietico era stato praticamente distrutto.

Nel disperato tentativo di riorganizzare le forze, Stalin acconsentì alla creazione di un esercito polacco. Dopo aver concluso l’accordo con il Governo Polacco di Londra, nel luglio del 1941 fu proclamata una “amnistia”. Dai primi giorni di settembre, migliaia di soldati e civili deportati, giunsero dalle prigioni e dai gulag all’Armata Polacca formatasi in URSS, dove si trovava anche l’organizzazione delle ausiliarie.

Fu proprio allora, con la necessità di riorganizzare i quadri dell’esercito, che cominciò a farsi notare l’assenza di numerosi ufficiali, che erano stati massacrati dai sovietici nelle fosse di Katyn. I volontari furono concentrati in Asia centrale, mancavano però le armi e i viveri erano insufficienti. La guerra e la perdita di vaste aree vavevano provocato all’Unione Sovietica una gravissima crisi economica.
In questa situazione, il generale Anders chiese che l’esercito polacco fosse trasferito in Medio Oriente. La sua decisione di evacuare anche numerosi civili, fu avversata sia dalle autorità sovietiche, sia da quelle britanniche, preoccupate per il vettovagliamento di una popolazione così numerosa in una situazione di penuria generalizzata, ma il generale Anders, convinto che non vi fosse altro modo per salvare almeno una parte dei profughi, ignorò gli ordini ricevuti, assumendosi la completa responsabilità del proprio gesto.

Il trasferimento dell’Armata Polacca avvenne fra il marzo e l’agosto del 1942 e coinvolse circa 70.000 militari e 42.000 civili, in maggioranza donne e bambini. In totale circa 115.000 persone, molte destinate comunque a morire di lì a breve per malattie e malnutrizione.

Dopo l’evacuazione dall’URSS inizia l’addestramento intensivo delle volontarie dei trasporti. Un primo corso per autiste venne organizzato a Teheran nel 1942. Fu seguito da 15 volontarie. Alcune furono poi trasferite in Gran Bretagna per servire nella RAF (Royal Air Force) trasportando gli equipaggi dei bombardieri in partenza e in rientro dalle loro missioni.

Per servire nei reparti di rifornimento del 2° Corpo d’Armata Polacco di recente costituzione, le camioniste furono addestrate in Palestina, a Ghedera.
I corsi per autiste avrebbero addestrato 700 volontarie. Esse furono sottoposte ad un’addestramento militare, compreso quello alle armi con esercitazioni di tiro. Il completamento del corso fu raggiunto il 14 marzo 1943.
Poi le ausiliare fecero il giuramento. Dopo il corso le ausiliarie passarono nella 316ª compagnia e nella 317ª.

Nell’agosto del 1943 entrambe le compagnie furono organizzate seguendo la struttura di analoghi reparti dell’esercito britannico, ma con una differenza. In queste due unità, i comandanti di compagnia e di plotone erano uomini (ufficiali) con alle loro dipendenze le comandanti (donne) delle ausiliarie. Ogni compagnia consisteva in un plotone comando, quattro plotoni di trasporto, due plotoni di autiste di riserva e un plotone officina composto da uomini. Nell’agosto del 1944 la 316ª Compagnia di trasporto PWSK (Servizio Militare Ausiliarie) divenne una unità di sole donne.

Dal 25 gennaio 1944 fino al 29 aprile la 316ª compagnia fu di stanza in Egitto a Camp Quassassin. Dopo aver completato il lavoro in Medio Oriente, il 4 maggio 1944 fu trasferita in Italia, trasportando soldati feriti durante la battaglia di Montecassino, dove il 2° Corpo d’Armata Polacco spezzò la resistenza tedesca aprendo la via verso Roma alle forze alleate. In seguito il generale Anders guidò le operazioni che portarono alla liberazione di Ancona (luglio 1944) e di Bologna (21 aprile 1945), segnando la fine delle attività belliche.La compagnia si trasferì seguendo lo spostamento della linea del fronte. Essa rifornì di munizioni, provviste, carburante ed equipaggiamento la seconda linea del 2° Corpo. Quando si rese necessario trasportarono anche truppe e prigionieri di guerra.

Le donne lavoravano in condizioni pesanti, spesso a pochi chilometri dal fronte. I letti erano spesso in condizioni di campo e le provviste alimentari consistevano di razioni secche per settimane. I comandi militari cercavano di evitare alle donne di operare in prima linea, ma comunque i veicoli della Compagnia si trovarono spesso nel raggio del fuoco nemico. Il 19 aprile la Compagnia di Trasporti si trasferì a Forlì, dove rifornì non solo le proprie truppe ma anche le unità britanniche. La 317ª Compagnia di Trasporto PWSK rimase in Egitto fino al 5 novembre del 1944, quando fu trasferita a Palagianello nel sud Italia, per servire la base del 2° Corpo. Fu utilizzata anche per portare rifornimenti al fronte. La durata del viaggio variava dai 5 agli 8 giorni. La 318ª Compagnia Cantiniere PWSK non portava solo provviste addizionali, ma organizzava anche circoli ricreativi e biblioteche da campo. Durante la battaglia per la liberazione di Bologna queste cantine furono utilizzate vicino alla linea del fronte, nel raggio dell’artiglieria tedesca. Il 21 aprile 1945 le truppe polacche entrarono a Bologna. La compagnie di trasporto vennero smobilitate nel 1946 e le ragazze soldato andarono in Gran Bretagna. Molte di loro non avevano più una casa a cui tornare, provenendo dai territori orientali della Polonia, annessi all’Unione Sovietica e dai quali erano già state scacciate e deportate nel 1939. Si sparpagliarono quindi per tutto il mondo. Solo un decimo rientrò in patria. Al termine della guerra l’ispettrice PWSK Col. Bronislawa Wyslouchowa scrisse: “Attraverso la comune esperienza ottenuta con la disperata lotta contro le epidemie, la fame e la povertà in Russia, attraverso il caldo bruciante dei deserti iracheni ed egiziani e l’intenso sforzo combattendo per la vita dei soldati feriti e fornendo provviste a quelli abili, si è forgiato lo spirito delle volontarie. È sicuro che l’alta opinione che si sono guadagnate – considerazione spesso messa in dubbio nei primi giorni della loro esistenza – è divenuta inconfutabile. Questa alta opinione spesso realizzata a fronte di tante avversità, è la ricompensa delle PWSK e la conferma del giusto ragionamento del Gen. Anders, il creatore dell’esercito polacco in URSS, quando diede alla luce il Polish Women Army Service”.

 

 

INFO

DOVE: Sala dei Giganti – Rocca dei Bentivoglio – Bazzano, Valsamoggia

INGRESSO ED ORARI: la mostra è visitabile aperta durante gli orari di apertura al pubblico della Rocca dei Bentivoglio e del Museo Archeologico “A. Crespellani” ed è compresa nel percorso di visita.

INAUGURAZIONE: domenica 12 giugno 2016 – ore 16:30
Introduce il dott. Gianpietro Panziera, studioso di Storia Contemporanea.

La mostra rimarrà esposta fino a domenica 3 luglio 2016

 

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