Cento strumenti per raccontare la storia di generazioni di musicisti e di una tradizione musicale che affonda le sue radici nel folk delle Alpi Occidentali: la Rocca dei Bentivoglio ospita la mostra “Cento piccoli oggetti sonori. La bouque que sonne – il legno che suona” che ha inaugurato il 10 aprile e continuerà fino a domenica 8 maggio, concludendosi con un concerto che aprirà la XXX edizione di Corti, Chiese e Cortili.

Musica e divulgazione, tradizione ed innovazione nell’arte: ci sono tutte le caratteristiche della Fondazione Rocca dei Bentivoglio nella mostra che darà l’opportunità di ammirare da vicino strumenti musicali antichi e di apprezzarne anche le sonorità in contesti musicali che riprendono la tradizione popolare.
Si potrà scoprire come da cinque generazioni, la famiglia Boniface di Aymavilles in Valle d’Aosta si occupa di valorizzare, raccogliere e interpretare la storia musicale delle Alpi occidentali. Ciò che lega il bisnonno Grat Boniface, il nonno Jérémie, il padre Felice, Alessandro e i suoi figli Rémy e Vincent oltre alla parentela, è la costante presenza accanto a loro di uno strumento incredibile: l’Organetto Diatonico, o Fisarmonica Diatonica.

Alessandro è curatore e proprietario di una raccolta che testimonia in maniera tangibile l’origine dello strumento fisarmonica, poi definitivamente brevettata nel 1829 da Cyril Demian e da allora strumento espressivo adottato dalle tradizioni musicali in tutto il mondo.
Nella forma, nei colori e soprattutto nelle sue sonorità, la fisarmonica è strumento conosciuto e facilmente riconoscibile, tuttavia pochi ne conoscono l’origine. La raccolta di Sandro Boniface, forse unica nel suo genere, vuole testimoniare il percorso storico compiuto per arrivare all’assemblaggio dello strumento come lo conosciamo oggi.
Come per ogni manufatto l’origine ha luogo nell’osservazione della natura, così anche per l’ancia libera furono gli alberi, con le loro foglie scosse dal vento che producevano suoni ad ispirarne la riproduzione.
Da questo l’uomo prese spunto per realizzare le prime semplici lamelle flessibili ricavate da giunchi o piante simili che, fatte vibrare avvicinandole alla bocca producevano dei suoni inconsueti, una storia comune che ci parla anche di uno strumento molto particolare: lo “Scacciapensieri”. E’ noto che già nel 2900 a.C. nelle regioni oggi note come Laos, Vietnam e Cambogia, l’uomo inventò uno strumento musicale chiamato Cheng, indicato come il progenitore di tutti gli aerofoni ad ancia libera.
La collezione di Sandro Boniface vanta alcuni esemplari che testimoniano queste antiche origini, e come gli altri pezzi anche lo Cheng può essere ascoltato dal vivo, insegnandoci con chiarezza il principio sonoro della fisarmonica.
Nella raccolta si possono contare più di 80 strumenti, di cui 30 appartenenti all’epoca compresa tra il 1831 e il 1870, essa si presta ad esposizioni in forma di museo-vivente, infatti tutti gli strumenti sono funzionanti e mostrati in azione, Sandro stesso ne illustra l’uso e le sonorità.
Oltre ai prototipi legati alla storia della fisarmonica, si possono ammirare e conoscere altre famiglie di strumenti ”inconsueti”, che appartengono ad un passato musicale, fatto soprattutto di artigianato, oggi riproposto dalle nuove generazioni protagoniste della scena world music, sempre più spesso contaminata da altri generi musicali: il rock, il jazz, la pop music.
Nell’esposizione antichi strumenti come la cornamusa e la ghironda (di cui sono presenti prototipi di varie provenienze a testimonianza della loro capillare diffusione), i vari flauti di legno, osso e metallo, le percussioni antiche come il “Tambour de Caèima”, che sostituiva le campane al tempo della Quaresima nelle chiese delle Alpi, e altri strumenti della liturgia religiosa delle Alpi, come il “Tubbo Bordòn”, simile al corno tibetano, la cui funzione di comunicazione tra genti lontane diventava l’unica via di collegamento e diffusione delle idee.
La Fondazione Rocca dei Bentivoglio abbina alla mostra anche un percorso didattico per le scolaresche, per accentuare l’aspetto divulgativo dell’esposizione e per avvicinare i bambini alla bottega artigiana che permette di trasformare il legno in strumento musicale, ma anche aperte al pubblico ed inserite nel programma delle Domeniche al Castello a cura dello staff didattico dei Musei.
La mostra durerà fino all’8 maggio e si concluderà con un concerto dei Trouveur Valdotèn alle ore 18 presso la Rocca dei Bentivoglio, quando alcuni dei più significativi strumenti esposti durante la mostra saranno suonati direttamente da Remy e Vincent Boniface. Il concerto aprirà la XXX edizione di rassegna musicale Corti Chiese e Cortili.

La visita alla mostra è compresa nel percorso di visita della Rocca dei Bentivoglio e del Museo “A. Crespellani”.

 

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