Mostre/Carlo Gajani: Questo è il mio corpo. Io non ci sono
Per la 8° edizione della rassegna di incontri, mostre, audiovisivi, workshop dedicati al mondo della fotografia, la Rocca dei Bentivoglio ospita in mostra, per la prima volta, le fotografie di Carlo Gajani
La Fondazione Carlo Gajani presenta la mostra:
Questo è il mio corpo.
Io non ci sono
7/28 OTTOBRE 2018
Rocca dei Bentivoglio, loc. Bazzano, Valsamoggia
A cura di Luca Monaco
Bazzanese di nascita, Carlo Gajani (Bazzano, 11 gennaio 1929 – Zocca, 14 dicembre 2009) è stato artista (pittore e fotografo) fra i primi, in Italia, ad occuparsi del rapporto tra fotografia e pittura, a livello sia teorico che pratico. Particolarmente attento al tema del ritratto in pittura a partire dalla mediazione fotografica, estendendo poi la sua ricerca al nudo e al paesaggio, sia nel contesto delle metropoli del nord America, sia nell’atmosfera tipica delle nostre terre (la pianura padana della valle del Po), per ritornare, negli ultimi anni, a indagare – in un rigoroso bianco e nero – le vecchie case, i casolari, le campagne dell’Appennino emiliano, suo ambiente originario.
Questa mostra declina il nudo in due serie di riferimento, forse tre.
Chi? Dove? Quando? del 1991 tratto da riprese eseguite fra il ‘79 e l’80.
Autoritratto in Accademia del 1993.
Poi vi sono accenni a immagini prese da Il chiodo in Testa del 1974.
Della serie Chi? Dove? Quando? l’autore dirà:
«La serie di nudi che presento sono omologati da due idee: l’una di mettere in scena contemporaneamente autore, modella e macchina fotografica, l’altra di iscrivere brevi frasi sul filo degli sguardi che si incrociano, per toccare e coinvolgere infine anche lo spettatore, che sta guardando la fotografia.»
Di Autoritratto in Accademia dirà:
«Non sono partito con l’idea di un autoritratto in Accademia, ma di un lavoro sul «nudo» da definirsi strada facendo, sulla scia di una riflessione sul rapporto autore_modella, che mi ha sempre interessato e che non ho mai risolto del tutto. Poi è accaduto che mi sono ritrovato sempre più frequentemente in scena, dentro alla scena, quasi senza accorgermene, con la sensazione un po’ folle di rappresentare non solo me stesso, ma di rivestire via via identità e ruoli di vari personaggi.»
Il chiodo in testa è un romanzo epistolare che si compone di immagini e parole ed è la terza raccolta dalla quale vengono attinte le immagini della mostra.
È frutto di una collaborazione con Gianni Celati. Il progetto è un testo di narrative art che allora era in piena sperimentazione.
INFO
La visita delle mostre è compresa nel biglietto di ingresso alla Rocca dei Bentivoglio e al Museo A. Crespellani.
Saranno visitabili gratuitamente per i partecipanti agli altri eventi della rassegna
Tutti gli incontri sono ad ingresso gratuito
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