La sala dei ghepardi

Nella sala dei Ghepardi è conservata la sezione di Storia Moderna, nata dal forte senso di identità della comunità bazzanese, che volle mantenere il ricordo del suo recente passato attraverso documenti ed oggetti di qualsiasi natura, una sorta di museo della città ante litteram, citato nel primo censimento dei musei del Risorgimento nazionale del 1906. Tra i cimeli donati al Comune alcuni sono riferibili alla guerra greco turca del 1897 e a quella italo-turca del 1911, ma soprattutto alla prima guerra mondiale e alle guerre coloniali. Vennero acquisiti in seguito anche oggetti della seconda guerra mondiale e del periodo della resistenza. Purtroppo il nesso che collegava tali cimeli alle raccolte documentarie dell’Archivio Comunale si interruppe a causa della confusione che si creò nella raccolta in una data imprecisata. La collezione è costituita quasi esclusivamente da oggetti di uso militare, in gran parte riferibili al periodo del Risorgimento. Si tratta di armi bianche, da fuoco, copricapi, uniformi e oggetti di corredo. Tutti i fucili tranne uno sono di uso civile, e sono collegabili alla partecipazione dei volontari alle guerre del risorgimento, oppure al dono di collezioni di armi private, così come potrebbe essere accaduto anche per i copricapi.

In vetrina

Bastone animato

Tra gli oggetti esposti spicca un bastone animato in canna, con impugnatura ricurva e privo di puntale. La lama è dritta, a due fili, reca il marchio “Toledo” tra due tralci vegetali sulle due facce del tallone. Il bastone animato rappresentava un’arma piuttosto insidiosa, nonché “vile” e, per questo, era bandita in molti stati preunitari.

Sala delle ghirlande

La Necropoli di Casalecchio di Reno, via Isonzo

Nella Sala delle Ghirlande sono esposti i materiali dalla necropoli orientalizzante di Casalecchio di Reno, via Isonzo, individuata e indagata tra il 1974 e il 1975 e cronologicamente collocabile in un periodo di circa cinquant’anni, a partire dal secondo quarto del VII secolo a.C.

Il sepolcreto era costituito da cinque tombe disposte a scacchiera che presumibilmente appartenevano ad un gruppo familiare di aristocratici poiché caratterizzate da ricchi corredi e rese ben visibili da un tumulo sormontato da stele in arenaria o da segnacoli privi di decorazione.

 

In Museo è visibile la ricostruzione della tomba n. 2 (databile entro la metà del VII secolo a.C.), l’unica maschile, costituita da una grande fossa rettangolare orientata in senso est-ovest, al cui interno era presente un cassone ligneo che racchiudeva i resti del defunto e il corredo, ricoperto da uno strato di grossi ciottoli e sovrastato da un tumulo di terra su cui si ergeva la stele in arenaria, segno dell’alto rango del defunto.

Durante lo scavo della sepoltura è stato chiaramente riconosciuto, dalla posizione di alcune fibule, ma soprattutto da quella degli spilloni rinvenuti sopra e intorno al vaso, il rituale della vestizione del cinerario: gli oggetti di ornamento dovevano fissare il tessuto – non conservato – che avvolgeva e, simbolicamente, “vestiva” il contenitore dei resti cremati del defunto.

In vetrina

La stele in arenaria della Tomba n. 2 è stata rinvenuta in associazione con un corredo ben databile, che ha consentito di precisarne la cronologia all’inizio del secondo quarto del VII secolo a.C. Essa si ergeva in antico al centro della tomba, con la faccia decorata rivolta verso il cinerario e verso la strada glareata e consisteva in una lastra di forma rettangolare rastremata verso il basso con un coronamento a disco (andato perduto), con la parte posteriore appena sbozzata poiché non destinata ad essere vista.

La parte superiore dello specchio rettangolare presenta una fascia riccamente decorata: al centro di una cornice a meandro sono raffigurati due cervi che si nutrono dell’albero della vita e due figurette di acrobati specularmente disposti ai lati dell’albero; tutte le parti a rilievo erano verosimilmente ravvivate dal colore, del quale restavano alcune tracce al momento del ritrovamento.