ArcipelagoNessuno è veramente un’isola è il concorso artistico riservato agli artisti dilettanti che per volere e col sostegno della famiglia Biagi, da 6 anni si tiene a Valsamoggia, in ricordo di Gustavo Biagi che del dilettantismo aveva fatto una straordinaria e libera filosofia.

Il contest ha lo scopo di valorizzare e dare spazio ad artisti emergenti e dilettanti, consentendo di esporre le proprie opere all’interno di una mostra.

La mostra con le opere dei cinque vincitori di questa sesta edizione è visitabile dal 10 settembre al 9 ottobre alla Rocca dei Bentivoglio.

Per conoscere meglio l’arcipelago artistico creato dai vincitori e dalle vincitrici di quest’anno, siamo andati ad esplorare i mondi che compongono questo insieme di isole umane.

Ultimo artista finalista, Mario Cancelli nasce a Roma ma si laurea in filosofia a Bologna. Dal 1984 al 2019 ha insegnato lettere al Liceo Artistico. Ha pubblicato articoli sull’arte contemporanea e sulla pittura anche per testate giornalistiche nazionali. Curatore di diverse mostre e attivo critico d’arte, in qualità di pittore ha esposto a Bologna nel 2017 con “Mario Cancelli. Eredità, io, gesto” e a Monzuno con “Elogio del buio”.

“La parola dilettante viene da diligere, dilettare, delizia. Il dilettante è colui che fa le cose per diletto, perché gli piace, non c’è un altro motivo per cui le fa. Non le fa perché vuole primeggiare o perché vuole gareggiare, perché vuole spaccare i limiti e battere i record. Concedersi nella vita uno spazio da dilettanti, capendo che è uno spazio per il piacere, è qualcosa di fondamentale all’interno di una società che ti obbliga perennemente a gareggiare”. Questo è un piccolo intervento di Andrea Colamedici (Tlon) sulla parola dilettante. Come vivi il concetto di dilettante e cosa significa per te?

Dilettante è una categoria poco definibile. In linea di massima si usa distinguere tra chi ha scuola e chi procede per ispirazione(!), mirando più che altro a esprimersi. Ho insegnato in un liceo artistico quindi mi sono imbattuto in queste problematiche. 

Almeno per me, il concetto cardine è stato quello di “abilitarsi a”. Proprio nell’ambito scolastico mi è venuto l’aiuto decisivo. Un’ alunna del liceo serale, colpita da alcune mie riflessioni sull’arte – ho infatti pratica di critica d’arte anche se ho insegnato letteratura italiana – mi invitò e mi incoraggiò a iniziare a dipingere.

Ne rimasi sorpreso. Cercavo di superare la mia inibizione – determinata e accresciuta anche dal fatto che avevo praticato artisti importanti, maestri – e vi riuscii grazie a questa offerta e invito. Le dissi che sapevo ben poco della tecnica. Lei mi rassicurò, dicendomi che l’essenziale era la sensibilità. Diedi credito alle parole di questa generosa  studentessa e il tutto cominciò così.

Come ci insegna Arcipelago, nessuno è veramente un’isola. Cosa significa per te questo concetto?

È l’altro, anche se ha molti meno anni di noi e competenze, a generarci. Per cui il concetto determinante del mio agire pittorico è quello analitico di pulsione: liberata in me la pulsione a dipingere (possiamo chiamarla anche vocazione, ero infatti stato “chiamato a” da lei) essa divenne sovrana.

Spesso mi trovavo davanti al tavolino con tela e colori senza aver coscientemente deciso di farlo, contento di agire con la spatola.

Qual è il sottile confine tra creazione e ideazione?

William Congdon, il maestro dell’action painting americana, distingueva tra quadri “nati” e quadri “fatti”. Solo i primi lo soddisfacevano realmente. Cioè opere frutto di un evento cui Congdon reagiva con sovrana libertà.

Il bello è che anche Congdon pensava di sè di non sapere “fare“ i quadri, che semmai sono i quadri a ”creare” il pittore, legando così l’attività creativa all’esistenza: “non sei tu che fai il quadro ma il quadro che fa te”, rendendo dicibile il tuo pensiero.

Il termine inconscio penso permetta di aggiungere qualcosa alla dialettica dilettante non dilettante. È grazie all’inconscio che l’io fa esperienza di sè. E questa è la soddisfazione prodotta da tale pratica, forse da qualsiasi pratica.