Arcipelago – Nessuno è veramente un’isola è il concorso artistico riservato agli artisti dilettanti che per volere e col sostegno della famiglia Biagi, da 6 anni si tiene a Valsamoggia, in ricordo di Gustavo Biagi che del dilettantismo aveva fatto una straordinaria e libera filosofia.

Il contest ha lo scopo di valorizzare e dare spazio ad artisti emergenti e dilettanti, consentendo di esporre le proprie opere all’interno di una mostra.

La mostra con le opere dei cinque vincitori di questa sesta edizione è visitabile dal 10 settembre al 9 ottobre alla Rocca dei Bentivoglio.

Per conoscere meglio l’arcipelago artistico creato dai vincitori e dalle vincitrici di quest’anno, siamo andati ad esplorare i mondi che compongono questo insieme di isole umane.

Oggi conosciamo Obelisco Production, un collettivo artistico informale che nasce negli anni ‘90 per il bisogno e il piacere della creazione, lo scambio e l’interazione attraverso l’arte. Il segno primario che contraddistingue la poetica della Obeliscoproduction è lo spostamento, il cambio di inquadratura, il disegnare sopra, l’impossessarsi. C’è il bisogno, attraverso l’arte, di definire un universo dell’accettabile.

(N.B. Si consideri che il modello espressivo che più caratterizza lo scrivente (Pleto Ple) non è la scrittura come mezzo comunicativo riflessivo esplicativo né la disamina critica e introspettiva delle opere, né tantomeno dell’operato di colui che le crea)

 

“La parola dilettante viene da diligere, dilettare, delizia. Il dilettante è colui che fa le cose per diletto, perché gli piace, non c’è un altro motivo per cui le fa. Non le fa perché vuole primeggiare o perché vuole gareggiare, perché vuole spaccare i limiti e battere i record. Concedersi nella vita uno spazio da dilettanti, capendo che è uno spazio per il piacere, è qualcosa di fondamentale all’interno di una società che ti obbliga perennemente a gareggiare”. Questo è un piccolo intervento di Andrea Colamedici (Tlon) sulla parola dilettante. Come vivi il concetto di dilettante e cosa significa per te?

Fondamentalmente condividiamo l’analisi di Colamedici sulla parola dilettante e possiamo essere considerati tali e a volte lo siamo. Vogliamo però porre una critica all’opposizione binaria dilettantismo/professionismo, che rimanda a una dimensione di potere definitorio di chi è il “vero” artista o cosa sia la “vera” arte. Il concetto di dilettantismo è sempre riferito a “chi” fa l’opera.
A noi interessa prevalentemente l’opera: è quella che parla e parla diversamente a ciascun* e mette in relazione, che ci limita nel nostro essere isola, che ci rende arcipelaghi.

Pensando alla parola dilettanti, per quanto ci riguarda, potrei definirci così: siamo dilettanti perché non vivendo (per ora) del fare arte non possiamo definirci professionisti.

Rimanendo nel dilettantismo di cui le opere presentate sono per nostra volontà pregne cogliamo l’occasione per rivendicare e presentare la poetica/tematica che Obeliscoproduction sta perseguendo e sviluppando in questi ultimi anni: il fallimento.

 

Come ci insegna Arcipelago, nessuno è veramente un’isola. Cosa significa per te questo concetto?

Eeeh no, confermiamo. Non siamo isole. Nostro malgrado continuiamo a gettare ponti, a cercare ancoraggi, tessere relazioni per essere noi stessi. Così, perché incapaci di “fare come l’eremita, che rinuncia a sé” (Battiato)

 

Raccontateci una delle opere che troveremo esposte in mostra..

L’opera NEXT GENERATION nasce tutti i giorni ascoltando la radio, leggendo notizie e ancora cercando di comunicare di dire delle cose, di essere capiti. Ma nel profondo.

Anche questa opera si rifà alla poetica del fallimento, ma questa volta come umanità. Alla incapacità dell’uomo di fare qualcosa di buono per il mondo. Fallimento umano annunciato con indifferenza e distacco da simpatici e inespressivi pupazzi/animali colorati.

E allora all’antropocene si auspica e intravede e desidera la nascita di una natura uomo-resistente: la NEXT GENERATION

Alberi che non bruciano, foreste che ci soffocano, uccelli che abbattono aerei, elefanti che distruggono automobili, lupi che riducono la popolazione, un po’ sul modello dell’abbattimento di cinghiali, lupi, orsi in eccedenza.. Dei simpatici e carini lupi rosa (pinkwolf) che oltre a cappuccetto rosso e la nonnina mangiano anche il cacciatore.  Forse addirittura prima lui, compreso di fucile.
Si, dei simpatici e carini lupi rosa che si prendono cura del mondo

Come possibile colonna sonora immaginiamo My generation degli Who, ma anche Did You See the Words il brano degli Animal Collective che rende l’idea di una massa che si muove, un collettivo di animali che avanza. Pop e gioiosa, chiassosa e un po’ fanfara.