Arcipelago – Nessuno è veramente un’isola è il concorso artistico riservato agli artisti dilettanti che per volere e col sostegno della famiglia Biagi, da 4 anni si tiene a Valsamoggia, in ricordo di Gustavo Biagi che del dilettantismo aveva fatto una straordinaria e libera filosofia.

Il contest ha lo scopo di valorizzare e dare spazio ad artisti emergenti e dilettanti, consentendo di esporre le proprie opere all’interno di una mostra.

La mostra con le opere dei cinque vincitori di questa sesta edizione è visitabile dal 10 settembre al 9 ottobre alla Rocca dei Bentivoglio.

Per conoscere meglio l’arcipelago artistico creato dai vincitori e dalle vincitrici di quest’anno, siamo andati ad esplorare i mondi che compongono questo insieme di isole umane.

Oggi conosciamo Wu Mengyuan, che dopo gli studi superiori si trasferisce in Italia e frequenta il triennio di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Attualmente studia Storia dell’Arte all’Università di Bologna. Inizialmente vicina all’arte figurativa, si è poi dedicata interamente all’arte astratta contemporanea attraverso la scultura. La sua ricerca verte sul rapporto tra uomo e natura.

 

“La parola dilettante viene da diligere, dilettare, delizia. Il dilettante è colui che fa le cose per diletto, perché gli piace, non c’è un altro motivo per cui le fa. Non le fa perché vuole primeggiare o perché vuole gareggiare, perché vuole spaccare i limiti e battere i record. Concedersi nella vita uno spazio da dilettanti, capendo che è uno spazio per il piacere, è qualcosa di fondamentale all’interno di una società che ti obbliga perennemente a gareggiare”. Questo è un piccolo intervento di Andrea Colamedici (Tlon) sulla parola dilettante. Come vivi il concetto di dilettante e cosa significa per te?

Questa parola, per me, è una parola che non include fattori esterni come il denaro o il successo o il fallimento, ma un sacco di pratica, un amore sincero per qualcosa e una pura sensazione di soddisfazione e felicità che deriva dal farlo.

Come scultrice dilettante, realizzare sculture mi ha permesso di capire le mie capacità e di rendermi conto dei limiti che posso raggiungere. Il piacere che traggo da questo hobby è anche un modo semplice per scoprire la bellezza e trovare l’estetica in essa. Perseguendo un obiettivo senza alcun utilitarismo, posso concentrarmi sulla psicologia della “migliore esperienza”. Questa concentrazione mi dà un senso di benessere.

 

Come ci insegna Arcipelago, nessuno è veramente un’isola. Cosa significa per te questo concetto?

Se paragoniamo le persone alle isole, ogni persona è un individuo e ogni isola è un’isola a sé stante. Come esistono pensieri ed emozioni tra le persone, deve esistere anche una connessione tra le isole. Quando le persone si connettono spiritualmente con un pensiero e un’emozione comuni, collegando ogni isola, allora l’isola isolata diventa, in questo momento, anche un arcipelago spirituale.

 

Raccontaci una delle opere che troveremo esposte in mostra..

L’opera “La deriva” è nata nell’ultimo anno dei miei studi universitari triennali. In quel momento stavo affrontando la fine di una fase e l’inizio di una nuova sconosciuta allo stesso tempo. Come suggerisce il titolo della scultura, mi sentivo come un’isola isolata, alla deriva con le onde e con un richiamo verso una nuova riva, lontano dall’ambiente universitario.