Lunedì 21 marzo, per inaugurare la settimana santa, alcuni dei nostri insegnanti accompagnati da importanti ospiti proprorranno nella suggestiva cornice della Chiesa dell’Abbazia di Monteveglio lo Stabat Mater nella versione di Giovanni Battista Pergolesi (1710 – 1736).

La composizione fu commissionata a Pergolesi nel 1735 (a qualche mese dalla morte), dalla laica confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo, per officiare alla liturgia della Settimana Santa, avrebbe dovuto sostituire la precedente versione di Alessandro Scarlatti, commissionata vent’anni prima.
Nella stesura Pergolesi si mantenne fedele in linea di principio con l’esperienza di Scarlatti: simile è la strumentazione per archi e basso continuo, inalterata la presenza nelle parti solistiche delle due sole voci di soprano e contralto. Entrambi i compositori suddividono lasequenza in una serie di duetti ed arie solistiche, così come era di prassi nel XVIII secolo: i numeri musicali infatti sono 12 per Pergolesi e ben 18 per Scarlatti. Ciò indica quanto la versione pergolesiana sia più breve e più concisa rispetto alla precedente: infatti, considerando l’intera sequenza composta da 20 stanze, il rapporto fra i diciotto numeri musicali di Scarlatti è quasi di un numero per stanza. Il lavoro di Pergolesi quindi è più compatto, ma al contempo non rinuncia alla struttura tradizionale così accentuata in quello precedente, nonostante le concezioni armoniche e melodiche risultino innovative ed al passo con le tendenze della musica di scuola napoletana ed europea. In effetti, può essere stata questa la ragione che spinse la confraternita a sostituire il lavoro di Scarlatti con una composizione “alla moda”.

Le innovazioni nel campo della musica sacra, trovano una unitaria compostezza nello Stabat Mater di Pergolesi: da un punto di vista stilistico grazie ad una prospettiva più squisitamente sentimentale, incentrata sul pathos del testo sacro e, da un punto di vista tecnico-compositivo, grazie all’alleggerimento degli austeri toni della versione scarlattiana.

È considerata una delle più importanti composizioni italiane del ‘700.

 

Fanno parte dell’organico che suonerà lunedì 21:

Antonella Montali – soprano

Mariantonia Marolda – mezzo soprano

Marialucrezia Barchetti – violino

Katia Ciampo – violino

Enrico Osti – viola

Elena Giardini – violoncello

Paolo Molinari – contrabbasso

Enrico Bernardi – clavicembalo

 

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