BIBLIOTECA PUBBLICA: STRUMENTO DI DEMOCRAZIA CULTURALE
Spesso è materia solo per gli addetti ai lavori, ma invece è bene che tutti sappiano che esiste un Manifesto UNESCO per le biblioteche pubbliche, che ne definisce i principi, i valori, i compiti, il funzionamento e la gestione. L’agenzia delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura lo ha prodotto e formalmente approvato nel novembre 1994, nel corso del Consiglio Intergovernativo del Programma UNESCO per l’informazione generale, che sostiene le biblioteche pubbliche e si impegna attivamente nel loro sviluppo.
Nel documento esse vengono definite come “centri informativi locali”, dove “ogni fascia di età deve trovare materiale rispondente ai propri bisogni”: questo tipo di biblioteca deve quindi modificarsi nel tempo in relazione ai mutamenti e all’evoluzione della società.
Di conseguenza i bibliotecari devono confrontarsi con il cambiamento sociale per adeguare il proprio progetto culturale, interrogandosi spesso sul proprio ruolo, sui servizi offerti alla cittadinanza e sul proprio futuro. Sempre dal Manifesto UNESCO: “L’alta qualità e la rispondenza ai bisogni e alle condizioni locali sono fondamentali”.
In questa ottica di continuo rinnovamento, miglioramento ed adeguamento della professione alle necessità delle comunità locali di riferimento, noi bibliotecari di Valsamoggia abbiamo visitato una biblioteca italiana all’avanguardia nel proiettarsi verso la cittadinanza: la Biblioteca San Giorgio di Pistoia.
L’incontro con la direttrice Maria Stella Rasetti si è focalizzato sulla consuetudine e regola lavorativa di mettere l’utenza in primo piano e sul ruolo del bibliotecario come operatore culturale.
La Biblioteca San Giorgio persegue infatti un modello radicale di biblioteca sociale, che la caratterizza come un luogo aperto, allegro (persino rumoroso), con il cittadino al centro. Insomma, una “biblioteca sociale spinta”, secondo il termine colorito ma azzeccato della Dottoressa Rasetti.
Le parole chiave per gli operatori bibliotecari che vi lavorano sono “Accoglienza” e “Ascolto”, per attuare un servizio A DISPOSIZIONE dei cittadini con un’attenzione particolare ai bisogni che la città esprime.
La trasformazione dell’uso degli spazi e dei servizi è quindi avvenuta nel tempo CON gli utenti e specialmente grazie al ruolo importante delle collaborazioni esterne.
A questo proposito sono da citare:
– l’Associazione Gli amici della San Giorgio, un gruppo di oltre 400 volontari che grazie a numerose iniziative porta la biblioteca al di fuori dei propri muri in giro per la città;
– i cosiddetti “alleati”, cioè una fitta rete di singoli cittadini, professionisti o aziende che desiderano mettere gratuitamente il loro sapere a disposizione della biblioteca e della cittadinanza, permettendo di dar vita a un ricchissimo calendario di corsi, conferenze ed incontri.
La biblioteca ovviamente non è solo questo, infatti offre anche ampi spazi per lo studio, possiede un’attiva area bambini e ragazzi, una ricca mediateca e promuove continuamente il proprio patrimonio tramite costante stesura e pubblicazione di bibliografie, recensioni e proposte di lettura per tutti i gusti.
E voi utenti che cosa ne pensate? E’ questo il modello di biblioteca pubblica che vi piace? Quali sono secondo voi le caratteristiche di una biblioteca pubblica nel vostro territorio?
Attendiamo la vostra voce!