Nuova rubrica per il blog delle Biblioteche di Valsamoggia: ogni mese sceglieremo una nuova uscita cinematografica, la recensiremo per voi e proveremo a consigliarvi qualche titolo presente nel nostro patrimonio

 

Il titolo di settembre è

C’era una volta a…Hollywood

Once Upon a Time in… Hollywood – Quentin Tarantino, 2019

In sala dal 18 settembre

 

Di cosa è fatto un film? Un film è racconto, narrazione.

Un film è fatto di attori che interpretano dei personaggi e svolgono azioni per raccontare una storia.

Vero? In parte.

A partire da questa concezione limitativa spesso molti autori vengono criticati perché nei loro film “non succede nulla”. Perché ci sembra che la narrazione non proceda, che non ci sia abbastanza azione. Se in un film non vediamo dipanarsi una storia, allora è un brutto film.

No di certo. Spesso le opere migliori sono proprio quelle cui la sinossi si può condensare in due righe.

Appare paradossale poi, pensare che questa accusa sia stata rivolta a un film come C’era una volta a..Hollywood, ben lungi dall’essere privo di contenuti.

Certo, è un film che piacerà soprattutto ai cinefili, tanto è infarcito di rimandi a film e televisione degli anni ’50 e ’60 (arrivando fino al cinema di casa nostra): una carrellata sulla storia del cinema che di tutto si può accusare tranne di non essere “narrazione”. Sicuramente diverso dalle ultime pellicole del regista – e forse per questo è rimasto sullo stomaco a chi lo conosce da poco – richiama di più i vecchi lavori, come Jackie Brown e anche un po’ Pulp Fiction.

Ambientato nella Hollywood del 1969, il film ci fa respirare l’atmosfera del tempo che fu, con tutte le sue meraviglie ma anche le tantissime contraddizioni. Dalle feste scatenate alla villa di Playboy, affollate da divi come Polański, Sharon Tate e Steve McQueen, al degrado appena fuori città; dalla cultura hippy alla glorificazione delle armi; dalle star della cinema alle macchiette da televisione.

In mezzo a tutto questo troviamo Rick Dalton, ex protagonista di una popolare serie tv western degli anni ’50 che non è mai riuscito a far decollare la sua carriera cinematografica, e Cliff Booth, controfigura di Dalton, a lui legato da un’amicizia più che fraterna. Di Caprio e Pitt – entrambi già abituati alla direzione di Tarantino (il primo è stato il malvagio Calvin Candie in Django, il secondo l’eroe fuori dal comune tenente Aldo Raine in Bastardi senza gloria) e ci regalano un’interpretazione magistrale, perfettamente calati nei loro ruoli: due uomini sulla quarantina, in bilico tra meraviglia e squallore, alla continua ricerca di un modo per migliorare la propria condizione ma, in fondo in fondo, a loro agio nei propri panni.

E poi ci sono i “cattivi”, e qui è fondamentale notare il modo singolare in cui Tarantino racconta gli antagonisti, indagandone i lati più umani e normali, fino ad arrivare a ridicolizzarli. Così come abbiamo visto, in Django, i membri del Ku Klux Klan arenarsi in una discussione sulle dimensioni dei fori per gli occhi nei loro cappucci, anche qui i “cattivi” sono persone mediocri, forse un po’ spostate, che combattono con demoni più grandi di loro e con convinzioni fuori di testa. Non sono geni del male, non sono calcolatori (come era invece il più grande antagonista dei film di Tarantino, Hans Landa, che alla fine risulta difficile odiare) ma ciò non vuol dire che non siano pericolosi, che non agiscano sotto influssi malvagi e che quindi meritino di fare la giusta (brutta) fine.

Tarantino gioca con la realtà e la storia, plasmandola a suo piacimento, così come aveva già fatto in Bastardi senza gloria. Il finale ci lascia con una sensazione dolceamara (soprattutto se si è informati su ciò che accadde il 9 agosto del ’69 a Cielo Drive) e con un senso di meravigliosa irrealtà.

Ma, in fondo, di questo si tratta…di una bella favola.

 

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Se la recensione vi ha interessato…correte al cinema!

Se avete già visto il film e/o volete approfondire la filmografia del regista o siete alla ricerca di qualcosa di simile, vi consigliamo:

 

I film di Quentin Tarantino, dove trovarli:

 

Le iene

1992 – Biblioteca di Crespellano e Mediateca di Bazzano

 

Pulp fiction

1994 – Biblioteca di Crespellano e Mediateca di Bazzano

 

Four rooms

1995 – Mediateca di Bazzano

 

Jackie Brown

1997 – Mediateca di Bazzano

 

Kill Bill 1 e 2

2003/4 – Biblioteca di Monteveglio e Mediateca di Bazzano

 

Grindhouse – A prova di morte

2007 – Mediateca di Bazzano

 

Bastardi senza gloria

2009 – Biblioteca di Crespellano, di Monteveglio e Mediateca di Bazzano

 

Django unchained

2012 – Biblioteca di Crespellano, di Monteveglio e Mediateca di Bazzano

 

The Hateful Eight

2015 – Mediateca di Bazzano

 

 

…e se vi è piaciuta l’ambientazione hollywoodiana, vi consigliamo anche:

 

Viale del tramonto

195o, Billy Wilder – Biblioteca di Crespellano e Mediateca di Bazzano

 

Cantando sotto la pioggia

1952, Stanley Donen e Gene Kelly – Biblioteca di Crespellano e Mediateca di Bazzano

 

L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo

2015, Jay Roach – Biblioteca di Crespellano e Mediateca di Bazzano

 

Ave, Cesare!

2016, Joel e Ethan Coen – Mediateca di Bazzano