
Dalla scena alla tela: in mostra Gino Pellegrini
Mancano pochi giorni all’inaugurazione della mostra antologica dedicata a Gino Pellegrini, “Il materiale e l’immaginario”: sabato pomeriggio apre a Bazzano la sezione “Goodbye America”, con le produzioni in cui l’artista ha riversato l’esperienza di scenografo maturata negli studios di Hollywood.
Gino Pellegrini è stato un grande artista, nato in Veneto, emigrato in giovane età in America, poi adottato dal nostro territorio, a cui ha lasciato tantissime testimonianze pittoriche.
Dal 2014, la Fondazione Rocca dei Bentivoglio ha cercato, in collaborazione con la famiglia di Gino, di mantenere viva la memoria e l’opera di questo pittore sperimentale, tramite due allestimenti in occasione della Festa del Tartufo di Savigno e molti altri eventi.
A coronazione di questo impegno, inaugura il 9 settembre la mostra antologica Il materiale e l’immaginario, un percorso articolato in tre sezioni sul territorio di Valsamoggia: Goodbye America, a Bazzano dal 9 settembre 2017 al 7 gennaio 2018, Orizzonti, a Crespellano dal 21 settembre al 22 ottobre 2017, e Il cinema dipinto, a Savigno dal 4 al 19 novembre 2017.
Goodbye America, in particolare, raccoglie le produzioni in cui l’artista ha riversato tutto ciò che ha appreso ad Hollywood, lavorando come scenografo negli studios cinematografici. Pellegrini ha prestato servizio sul set di film divenuti poi grandi successi di pubblico, imparando dalle più importanti maestranze del settore e venendo a contatto con celebri personalità dello spettacolo.
Anni dopo, in occasione di una mostra tenuta a Pesaro, il pittore si è ritrovato a ripensare ad uno di questi personaggi, Howard Hughes, produttore cinematografico e magnate dell’industria aeronautica, mettendolo a confronto con Leonardo Da Vinci:
Dal catalogo della mostra Mecenati. L’artista e il Committente (Pesaro – 2006)
Riflessione sul volo, di Gino Pellegrini
“Il volo accomuna due specie animali, una con le ali e l’altra priva. La prima si libra nell’aria silenziosamente con la sola energia corporea, la seconda si serve della propulsione meccanica extracorporea per sollevarsi dalla superficie terrestre. Durante un volo è immaginifico pensare all’interno dello stesso veicolo l’incontro tra due uomini che in epoche diverse hanno condiviso il desiderio di librarsi nell’aria? L’uno vissuto nel rinascimento italiano, l’altro, statunitense vissuto nel ventesimo secolo. Il primo artista, poeta, scienziato, inventore, sperimentatore lungimirante, ma spesso privo di mezzi e comprensione per poter proseguire nella sua ricerca”
Una delle macchine volanti di Leonardo (ricostruzione – Museo Leonarda da Vinci – Firenze)
“Il secondo affascinato dal volo veloce e potente, ricco, sperimentatore spregiudicato sempre pronto al rischio e alla ricerca. Lasciamo all’immaginazione un probabile sviluppo di questo incontro tra Leonardo da vinci e Howard Hughes. La presenza dei due pone alcune riflessioni sulla committenza. La prima è il reciproco stimolo per la ricerca scientifica, in particolare il volo. La seconda, chi potrebbe essere il mecenate dell’altro? Il curriculum vitae farebbe pendere la bilancia verso Howard Hughes. L’ultima riflessione di carattere personale. Se potessi scegliere il mio mecenate vorrei fosse Icaro, questo perchè il desiderio del volo si sciolga poeticamente nel mito”
Howard Hughes in veste di aviatore
Ma chi era Howard Hughes?
Imprenditore, aviatore, regista e produttore cinematografico, Hughes fu una delle personalità più importanti dell’industria cinematografica americana tra gli anni ’30 e ’40. Fin dall’infanzia fu affascinato dal volo: nel 1932 fondò la Hughes Aircraft, ideò e costruì diversi aerei, tra cui lo Hughes H-4 Hercules (l’aereo con la più grande apertura alare mai costruito), e nel 1938 compì il giro del mondo in aereo in meno di 4 giorni. Questa passione si riscontra anche nella sua produzione cinematografica, in particolare nel film del 1930 Gli angeli dell’inferno, dedicato al mondo dell’aviazione: fu una grande impresa hollywoodiana (il primo film ad essere etichettato come kolossal) e per le riprese, rigirate fino allo sfinimento, vennero ingaggiati piloti esperti e usati veri aeroplani. Produsse diversi celebri film (tra cui Scarface e Il mio corpo ti scalderà), fu a capo della RKO ed ebbe relazioni con un discreto numero di attrici, come Katharine Hepburn e Ava Gardner.
Negli ultimi anni di vita, malato di sifilide, soffrì di disturbi psichici e si ritirò dalla vita pubblica, arrivando al completo isolamento. A questo periodo risale l’incontro con Gino Pellegrini, che lo incrociò fortuitamente sulla soglia della sua stanza di un hotel a Las Vegas.
La vita di Howard Hughes è stata ben raccontata dal regista Martin Scorsese nel biopic The aviator, del 2004, in cui il magnate americano viene interpretato da Leonardo DiCaprio.
Il film, vincitore di 5 oscar e di numerosi altri premi cinematografici, ripercorre la vita di Hughes dagli anni venti al ’47, mettendo l’accento sul suo entusiasmo e sulla volontà di oltrepassare i propri limiti. Una delle frasi celebri di Hughes, passata alla storia come esplicativa della sua personalità, era “Ho intenzione di diventare il più grande golfista del mondo, il produttore dei più bei film di Hollywood, il più grande pilota al mondo e l’uomo più ricco del mondo”: obiettivi raggiunti, almeno sul versante cinematografico. Scorsese delinea la parola ascendente dell’imprenditore, dalle fabbriche aeronautiche al set cinematografico, in un crescendo di ricchezza e potere che segnerà profondamente le condizioni mentali di Hughes, portandolo all’autoreclusione.
DiCaprio dà vita a un personaggio convincente e risponde bene alla direzione di Scorsese (un sodalizio iniziato nel 2002 con Gangs of New York, che li ha portati a lavorare insieme in ben 5 film), riuscendo a far emergere le peculiarità dell’aviatore regista: un misto di genio e follia, lucida progettazione e insensate fobie, voglia di eccedere ma paura dell’estraneo.
DiCaprio nei panni di Howard Hughes
Dalle biblioteche di Valsamoggia, una selezione di titoli per conoscere meglio il lavoro di Gino Pellegrini:
Il ciclo pittorico di Piazza Betlemme in S. Giovanni in Persiceto dipinto da Gino Pellegrini, U.D.P., 1992
L’ultima piazzetta, Gino Pellegrini, M. Garuti, Maglio, 2015
(il volume è in vendita presso il bookshop della Fondazione Rocca dei Bentivoglio)
Samodia : testimonianze, studi, memorie samoggine della Accademia del Samoggia – Quaderno n. 14 dedicato allo scenografo Gino Pellegrini, Accademia del Samoggia, 2016/17
Gino Pellegrini, catalogo a cura di Osvalda Clorari Pellegrini e Patrizio Peterlini, D. Montanari, 2016
(il catalogo è in vendita presso il bookshop della Fondazione Rocca dei Bentivoglio)
…e i film cui lavorò nel periodo hollywoodiano:
West Side Story
Gli ammutinati del Bounty
La spada nella roccia
Gli uccelli
Mary Poppins
Indovina chi viene a cena
Funny girl
Il maggiolino tutto matto
Il pianeta delle scimmie
2001: Odissea nello spazio
Chi è Gino Pellegrini?
La mostra/Le mostre Inaugurazione mostra a Bazzano