5 titoli per Valsamoggia obiettivo 2030: Obiettivo n.12. Consumo e produzioni responsabili
Valsamoggia obiettivo 2030: i consigli delle Biblioteche
Possono attività ed esperienze culturali promuovere valori come la lotta alla povertà, alla fame e al cambiamento climatico, la diffusione di acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati, promuovere la diffusione di energia e urbanizzazione sostenibili e lo sviluppo di una comunità aperta e inclusiva che favorisca l’uguaglianza sociale e di genere?
È questo l’ambizioso obiettivo del progetto Valsamoggia obiettivo 2030, tra i vincitori del bando Shaping Fair Cities.
Una rassegna di mostre, laboratori, incontri, esperienze culturali che, coinvolgendo il pubblico, le associazioni, i legislatori, stimolino la comunità e conoscere e perseguire i principi strategici dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Durante lo storytelling che, in queste settimane, ci racconterà i 17 punti dell’Agenda 2030, le Biblioteche Comunali di Valsamoggia mettono a disposizione alcuni consigli di lettura e visione a tema, per approfondire questi argomenti tanto importanti per il nostro futuro.
Obiettivo n. 12
Consumo e produzioni responsabili
Sprechi : il cibo che buttiamo, che distruggiamo, che potremmo utilizzare
T. Stuart
Irrazionale e insensato, lo spreco di cibo è ormai un problema assai diffuso e una priorità non più procrastinabile dell’agenda ambientale. Per la tutela dell’instabile ecosistema terrestre, ridurre gli sprechi è importante almeno quanto combattere l’effetto serra o salvaguardare la biodiversità. Tristram Stuart, ricercatore di Cambridge e anticonsumista sfegatato, con lo spreco di cibo si è voluto sporcare le mani, affrontando il tema da un punto di vista globale: per individuare l’origine di questo fenomeno planetario, l’autore ha viaggiato dall’Europa agli Stati Uniti, passando per la Russia e l’Asia centrale, e poi in Pakistan, India, Cina, Corea del Sud e Giappone.
Puoi trovare il libro presso la Biblioteca di Crespellano
L’etica in un mondo di consumatori
Z. Bauman
Smantellata gran parte dei limiti spazio-temporali che delimitavano le potenzialità delle nostre azioni, non possiamo più ripararci dalla ragnatela della dipendenza globale. E questa la situazione in cui, volenti o nolenti, portiamo avanti oggigiorno la nostra storia comune. Anche se molto – forse tutto o quasi tutto – in questa storia in divenire dipende dalle scelte umane, le condizioni in cui tali scelte vengono fatte non sono a loro volta soggette a scelta. Si può essere “favorevoli” o “contrari” rispetto alla nostra interdipendenza planetaria, ma sarebbe come dire di essere a favore o a sfavore della prossima eclissi solare o lunare. Acconsentire od opporsi, però, alla forma squilibrata che la globalizzazione della condizione umana ha assunto fino a questo momento, questo sì che può fare una grande differenza.
Puoi trovare il libro presso la Biblioteca di Crespellano e Monteveglio
Manuale per un consumo responsabile : dal boicottaggio al commercio equo e solidale
F. Gesualdi
Comprare un pacchetto di spaghetti al supermercato può voler dire finanziare l’industria degli armamenti e acquistare un barattolo di pelati può contribuire allo sfruttamento dei braccianti africani da parte di una multinazionale: ogni acquisto non consapevole può trasformare il consumatore in complice di imprese che possiedono fabbriche di armi, piantagioni o industrie dove si sfruttano i più svantaggiati, aziende inquinanti, oppure che evadono le tasse o maltrattano gli animali. Scegliere un prodotto con la consapevolezza che dal punto di vista sociale e ambientale non sia condannabile significa chiedersi, ad esempio, se la tecnologia impiegata per farlo sia ad alto o basso consumo energetico, quanti e quali veleni siano stati usati durante la sua fabbricazione, quanti ne produrranno poi il suo utilizzo e il suo smaltimento, in quali condizioni di lavoro sia stato ottenuto e che prezzo sia stato pagato alla manodopera. Invece di farsi semplicemente condizionare dalla pubblicità, i consumatori possono influenzare il comportamento delle imprese. Con opportune strategie (come l’attenzione al commercio equo e solidale o ai marchi di garanzia, fino alle pratiche di boicottaggio) possono riappropriarsi del proprio potere decisionale ed esercitare un consumo critico.
Puoi trovare il libro presso la Biblioteca di Crespellano e Savigno
Non sprecare
A. Galdo
Dopo le storie e i personaggi legati al mondo della fabbrica Antonio Galdo racconta le storie di coloro che hanno rifiutato la china che conduce al consumo inconsapevole di tutto ciò che compone la nostra vita, coloro che hanno scelto di non sprecare se stessi. Un agronomo ha creato una rete di “Last minute market”: per non sprecare cibo si raccolgono confezioni vicine alla scadenza per orfanotrofi e ospedali. Due celebri cuochi predicano una cucina fatta anche di avanzi. Una ragazza anoressica si fa fotografare nuda per una campagna del Ministero della Salute. La fondazione Civicum fa le pulci a bilanci e spese delle pubbliche amministrazioni: una battaglia di civiltà. A Milano una comunità aiuta a superare la dipendenza dalla febbre degli acquisti. Un monaco camaldolese misura e pesa le parole, le riduce all’essenzialità. Un esperto di clima del CNR racconta i guasti dei nostri sprechi delle risorse ambientali.
Puoi trovare il libro presso la Biblioteca di Monteveglio
Corso di sopravvivenza per consumisti in crisi
L. Celi
Ti è capitato di perdere il tuo partner in un centro commerciale durante i saldi? E dopo quante ore te ne sei accorta? Se le creme antirughe non fanno miracoli, perché costano come un viaggio a Lourdes? È vero che Barbablù fu incastrato da uno scontrino del Castorama? Hai mai acquistato un prodotto con la scritta ‘Made in PRC pensando che non significasse ‘Made in China’? La quinoa si vende nei negozi di alimenti bio in quelli di nautica? Le statistiche parlano chiaro: sotto i morsi della crisi, consumi degli italiani sono tornati ai livelli del 1982, l’anno del Mundial. Solo che al posto di Rossi e Conti oggi ci sono i conti in rosso. Con il Pil sottozero anche le spese sono congelate e le compere senza pensieri sono un lontano ricordo. Agli spendaccioni cronici non resta che scegliere il programma di riabilitazione più convincente: fuggire nel deserto, bruciare il bancomat, uscire con i paraocchi per non guardare le vetrine. Oppure rinunciare ai superpoteri d’acquisto e rieducarsi alla moderazione
. Come? Ridendo di se stessi e delle mille seduzioni con cui il mercato, ultimo erede di Don Giovanni, tenta di conquistare cuori e portafogli. Questo libro racconta le tappe dello shopping quotidiano (dall’ipermercato all’emporio cinese, dalla megalibreria al magazzino del fai da te) come un’esilarante commedia sulla bugia più antica del mondo: “la felicità si può comprare”.
Puoi trovare il libro presso la Biblioteca di Savigno
Prossimo appuntamento con l’Obiettivo n. 13 – Lotta contro il cambiamento climatico
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