Film sulla Grande Guerra: La Grande guerra
Un film a settimana per ricordare la Grande Guerra, in occasione della mostra 1914-1915 Volti e parole
Inaugurata il mese scorso, presso la Rocca dei Bentivoglio di Bazzano, proseguirà fino a fine luglio la mostra Volti e parole, un percorso di celebrazione del centenario della Prima Guerra Mondiale in Valsamoggia, portato avanti dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio e dal Teatro delle Temperie, col prezioso aiuto di numerosi partner.
Scopri 1914-1918 Volti e parole, piccole storie della Grande Guerra in Valsamoggia
Dalla scorsa settimana è aperta anche la sezione Tirare la cinghia, sull’agricoltura e l’alimentazione in tempo di guerra, visitabile presso l’Ecomuseo della collina e del vino. Un percorso che culmina con la cena del 18 maggio, evento di restituzione del progetto didattico Tirare la cinghia, che vedrà i ragazzi dell’Istituto Alberghiero B. Scappi eseguire ricette tratte dai ricettari “del tempo di guerra”.
SCOPRI LA CENA DI NECESSITA' VIRTU'
L’intento di 1914-18 Volti e parole. Piccole storie della Grande Guerra a Valsamoggia è quello di raccontare il conflitto da un punto di vista intimo, facendo emergere le singole voci dei combattenti, degli uomini al fronte, arrivate ai giorni nostri tramite lettere, memorie, diari, quaderni, disegni, materiali che sono stati raccolti sia grazie ai privati, gli abitanti di Valsamoggia che hanno messo a disposizione i ricordi di famiglia, sia dai documenti presenti negli archivi storici comunali.
Singole voci per raccontare un evento globale: questo è l’intento della nostra mostra, ma è anche l’intenzione del cinema storico. Che sia basato sulle vicende di personaggi realmente esistiti, o che si tratti di racconti verosimili, i film storici puntano il riflettore su emozioni ed azioni particolari, calate all’interno di un contesto importante e universale, ricostruito grazie a un attento studio di testimonianze e documenti d’epoca. Per questo, le Biblioteche di Valsamoggia vogliono suggerirvi, fino alla fine della mostra, un film a settimana, che racconti piccole storie dal grande conflitto.
Questa volta abbiamo pensato di proporvi uno dei capolavori del cinema italiano, un film del 1959 di Mario Monicelli
La grande guerra
Nel 1916, a pochi mesi dall’entrata in guerra dell’Italia, il romano Oreste Jacovazzi e il milanese Giovanni Busacca si incontrano in occasione della chiamata alle armi; dopo alcuni screzi, i due finiscono per diventare buoni amici, complice il poco coraggio dimostrato durante gli addestramenti e la volontà di stare lontani dal pericolo. Dileggiati dal resto del plotone, considerati “poco efficienti” in battaglia, vengono scelti come staffette portaordini, compito molto pericoloso. Catturati dagli austriaci in seguito a un’avanzata nemica, si troveranno nella difficile situazione di scegliere se sopravvivere tradendo i compagni o morire da eroi.
Potete trovare il film presso la Mediateca di Bazzano e la Biblioteca di Crespellano
Vincitore del Leone d’oro al Festival del cinema di Venezia (ex-equo con Il generale della Rovere di Rossellini, ambientato durante la seconda guerra mondiale) e candidato all’Oscar come Miglior film straniero, La grande guerra è uno dei primi film italiani a restituire un’immagine veritiera del conflitto. Soldati sporchi e malandati, misere condizioni di vita, combattimenti tutt’altro che eroici, e due protagonisti animati soltanto dalla voglia di sopravvivere. Oreste e Giovanni, interpretati da Alberto Sordi e Vittorio Gassman, all’epoca conosciuti soprattutto come attori brillanti o comici, non restituiscono certamente l’ideale del combattente valoroso, ma anzi sono pieni di paure, di dubbi, e la loro fedeltà alla patria è messa a dura prova.
Molta attenzione è posta anche alla ricostruzione storica, ben curata e basata su racconti di ex-combattenti, e la rappresentazione della vita in trincea è fedele, a tratti neorealista, a tratti ironica (i protagonisti erano tra i maggiori esponenti della commedia all’italiana e necessitavano del giusto spazio per potersi esprimere), senza mai cadere nel ridicolo o nel melodrammatico.
Un classico da vedere almeno una volta nella vita.