La call
A più di trent’anni dalla strage che il 6 dicembre 1990 provocò la morte di 12 giovani studenti dell’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno, la Fondazione Rocca dei Bentivoglio indice il concorso di composizione “Ragazze e ragazzi. Salvemini 1990”.
Il concorso rappresenta un unicum a livello nazionale, non si configura come una competizione ma intende offrire a giovani compositori/trici l’opportunità di partecipare ad un percorso collettivo di crescita artistica e personale, in stretta connessione con l’esecutore delle loro musiche.
Con questo spirito avviamo quest’anno la collaborazione con il Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo, col quale condividiamo un’impostazione che vede l’aspetto laboratoriale come fondamentale momento formativo per i/le giovani compositori/trici partecipanti.
La giuria del concorso è composta da Enrico Bernardi (direttore artistico della rassegna “Corti Chiese e Cortili”), Paolo Aralla (compositore), Anna D’Errico (pianista), Francesco Dillon (violoncellista) e Manuel Zurria (flautista)
La residenza artistica si terrà dal 17 al 22 giugno 2024 presso L’Agriturismo “Fattoria Quercia” – Valsamoggia (BO)
Partecipa
Leggi attentamente il bando.
Compila in ogni sua parte la scheda di iscrizione.
Allega il tuo curriculum, e 3 tue partiture originali, in formato pdf.
Candidature aperte anche ai residenti all’estero.
Invia tutto, via e-mail all’indirizzo cortichiesecortili@roccadeibentivoglio.it entro le ore 24:00 del 21 aprile 2024
I risultati saranno pubblicati su questo sito entro il 30 aprile 2024.
scarica e leggi il bando scheda di partecipazione
Esiti selezione
Il 6 dicembre 1990
È una giornata fredda, ma serena, il 6 dicembre 1990. Tutto appare normale a Casalecchio: il traffico, i negozi affollati, l’attività di tutti i giorni fuori e dentro la scuola. Nella succursale dell’Istituto Salvemini sta per suonare l’intervallo; la classe 2a A periti aziendali si avvia a concludere la lezione di tedesco quando…
Quando improvvisamente la normalità non esiste più.
In un attimo si consuma la più grande strage di adolescenti in tempo di pace.
Un aereo militare, un MB 326, pilotato dall’allora sottotenente Bruno Viviani del III Stormo – 603° Squadrone, centra in pieno il primo dei due piani della succursale del Salvemini provocando una voragine di diversi metri di diametro. L’Istituto è frequentato da circa 200 ragazzi dai 14 ai 18 anni. Cento di loro più i professori rimangono bloccati dalle fiamme al piano più alto e liberati dai Vigili del Fuoco e dai soccorsi arrivati subito, circa sette minuti dopo lo schianto.
Lo scenario è di guerra: scoppi, fuoco, fumo, grida, sirene, affanno, incredulità, disperazione, smarrimento… Il cortile della scuola diventa un tappeto, un tappeto di giovani che, indipendentemente dalla gravità delle ferite, sono resi irriconoscibili dal fumo da cui sono riusciti a fuggire. Dal viso traspaiono occhi smarriti e terrorizzati, tutti faticano a respirare.
In tale scenario fa contrasto la determinazione e la sicurezza dei soccorritori: vigili del fuoco, forze dell’ordine, personale medico e infermieristico e volontari di ogni genere. L’illusione che non vi siano vittime è breve: mentre quattro studenti della classe vengono tratti miracolosamente in salvo, Deborah, Laura, Sara, Laura, Tiziana, Antonella, Alessandra, Dario, Elisabetta, Elena, Carmen ed Alessandra non usciranno più dalla loro aula.
Nei giorni immediatamente successivi, caratterizzati dalla più frenetica emergenza, è per tutti faticoso il recupero di una dimensione razionale che, appena possibile, si concretizza in una reazione unanime: MAI PIU’!. Con questo impegno tutta la comunità colpita si stringe attorno ai feriti e alle famiglie delle vittime
Oltre alle 12 giovanissime vittime, il bilancio di quella terribile mattina è di 88 feriti, 82 ragazzi e 6 adulti, alcuni molto gravi. A 72 di loro verrà riconosciuta un’invalidità civile dal 5 all’85%.
Tra i feriti gravi, Carla Foschi, docente di Inglese dell’Istituto. Dopo lunghi mesi di degenza e terapie Carla rifiuterà il riconoscimento della pensione per ritornare a insegnare ma successivi aggravamenti della condizione fisica porteranno al suo decesso il 14 febbraio del 2000. A lei è intitolata una sala all’interno della Casa della Solidarità “A. Dubcek” che ha preso il posto dell’istituto Salvemini di Via del Fanciullo.
(dal sito salvemini6dicembre1990.com)