Signora delle selve, protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, protettrice delle donne cui assicurava parti non dolorosi.

Secondo la leggenda, Diana – giovane vergine abile nella caccia, irascibile quanto vendicativa – era amante della solitudine, nemica dei banchetti e adorava aggirarsi in luoghi isolati e sperduti. In nome di Amore aveva fatto voto di castità e per questo motivo si mostrava affabile, se non addirittura protettiva, solo verso chi si affidava a lei.

Celebriamo insieme la giornata internazionale della donna raccontandovi qualche curiosità sulla testa marmorea che la raffigura, presente all’interno del Museo Civico Archeologico Arsenio Crespellani.

La testa marmorea, datata agli inizi del II sec. d.C. e rinvenuta nel greto del torrente Samoggia in località Stiore di Monteveglio, è costituita da tre frammenti ricomposti e presenta la superficie consunta dall’azione corrosiva dell’acqua. Il marmo sembra provenire dalle cave dell’isola greca di Corfù. Apparteneva a una statua di grandezza poco inferiore al vero.

La complessa acconciatura lascia intuire l’importanza del personaggio. I capelli sono divisi in due da una scriminatura centrale, sono raccolti sia sulla sommità del capo, con un nodo “a farfalla” che lascia scoperta una parte del nastro, sia sulla nuca, dove formano un piccolo nodo. Questo tipo di capigliatura è tipico di divinità come Venere e Diana. La testa di Monteveglio appartiene probabilmente alla seconda, divinità silvestre che ben si addice al territorio boscoso prossimo al luogo di rinvenimento.

Per elaborare queste acconciature molto probabilmente le donne si aiutavano con degli strumenti simili a questo pettine in legno di bosso (V-VII sec. d.C.). Arrotondato alle estremità e coi lati maggiori incisi in modo da formare due file di denti, più sottili da un lato e più grossi dall’altro. La spina centrale è decorata con incisioni parallele. Pettini di forma analoga sono stati rinvenuti nei pozzi tardoantichi di San Cesario sul Panaro, Rubiera e anche a Classe, nel riempimento di un condotto fognario.