
Lo staff ti racconta.. Cosa abbiamo ascoltato nel 2023?
Vecchie passioni e ossessioni, canzoni che ci rappresentano o ci portano lontano, podcast per stuzzicare la curiosità. Nel 2023 abbiamo ascoltato di tutto: musica di ogni genere e podcast di ogni natura. Ci piaceva l’idea di condividerli con voi per darvi uno spunto nuovo, un ascolto inedito, o anche solo distrarvi per cinque minuti!
Matteo (Musei)
Fighting myself e Lost, dei Linkin Park. Entrambe canzoni uscite per il 20esimo anniversario dell’album “Meteora”. Sono due singoli inediti. Entrambi i testi delle canzoni esprimono bene ciò che ho dentro di me, cosa che Chester ha sempre saputo fare bene. Sul primo singolo aggiungo anche che la canzone mi piace più per il testo che per il ritmo: in alcuni punti quest’ultimo non incontra particolarmente i miei gusti. Il secondo invece mi piace sia per testo che per ritmo.
Lost these days (Thirty Seconds to Mars). Il motivo è il medesimo dei due brani precedenti. Questo singolo però mi permette di aggiungere che l’album più ascoltato è stato l’ultimo di questo gruppo, “It’s the End of the World but it’s a Beautiful Day”, dal quale è tratto il brano. In realtà è quasi l’unico album che io abbia ascoltato per esteso, con l’eccezione di “Therapy” di Zoe Wees. L’album dei Thirty Seconds to Mars ha numerosi brani che rispecchiano il mio stato d’animo e il mio essere, per questo è stato il più ascoltato.
Katia (Biblioteche)
“Non aprite quella podcast” è un podcast creato da J-Ax e condotto insieme al rapper Pedar e al giornalista e autore Matteo Lenardon. Esiste già da qualche anno ma io l’ho scoperto questa estate, per merito di un amico, mentre viaggiavamo in autostrada in gruppo verso il Firenze Rocks per il concerto degli Who. La prima puntata che ho ascoltato è stata quella su Padre Pio e ne sono rimasta entusiasta. Il podcast parla di misteri irrisolti e raccapriccianti, di inquietanti serial killer dimenticati e di fatti inspiegabili per la scienza, ed è sconsigliato ai “bacchettoni facilmente triggherabili”.
Tratta argomenti seri in modo dissacrante e irriverente, senza però banalizzare i fatti. Moltissimi dei racconti affrontati sono, nella loro assurdità, veramente divertenti. Ho scoperto un sacco di cose che ignoravo sulla cronaca italiana, come ad esempio le mirabilanti avventure di Leonardo Notarbartolo, personaggio da cui hanno tratto ispirazione per la serie Prime con Kim Rossi Stuart “Everybody loves diamonds”.
Tommaso (Segreteria)
Attention Attention, album degli Shinedown, tra il rock leggero quello che mi è rimasto più in testa per la voce del cantante e varietà delle tracce
Francesco (Biblioteche)
An Everlasting Love – Andy Gibb per l’indipendenza di vedute di Andy Gibb, che non ebbe il tempo di dimostrare se la scelta più difficile l’avrebbe poi ripagato.
In Furore Iustissima Irae RV 626 (Allegro) – Antonio Vivaldi, per aver scoperto che sì, esiste un’alternativa accettabile a Cecilia Bartoli. (La versione, quindi, è quella di Sandrine Piau).
What Is a Youth – Nino Rota, per (in realtà contro) la stratificazione di rifacimenti che fino a quest’anno hanno nascosto alle mie orecchie questo pezzo bellissimo.
Maddalena (Biblioteche)
Steady as she goes – The Raconteurs. Anno difficile e faticoso il 2023. Questa canzone mi ha indicato un cammino e me ne ha dato il ritmo. Da ascoltare e riascoltare più volte, soprattutto mentre si va a piedi.
Amsterdam – Nothing but thieves. Capita di sentire una canzone e di farsi trascinare dal ritmo, carico di energia, che fa venir voglia di ballare. Poi capita di ascoltarne le parole e riconoscersi in quella voglia di sentirsi liberi, di andare oltre i propri limiti e un’ordinaria quotidianità. Se così vi sentite questa è la canzone che fa per voi.
Azzarderei, come terza opzione, ad esprimere apprezzamento per un concerto intero: quello di Paolo Nutini. Una persona che è voce, una voce che non emette onde sonore, ma emozioni. Se proprio devo scegliere una canzone, beh…Iron sky (dal vivo però!)
Rita (Musei)
Probabilmente sarà colpa dei 40 ma il 2023 per me è l’anno in cui (quando posso ascoltare qualcosa di diverso da Sam il pompiere o Batman – leggi: quando i figli non monopolizzano Alexa) ho rispolverato le canzoni che amo non solo ascoltare, ma cantare. E quindi: Ironic – Alanis Morissette; 21 guns – Green Day; Rimmel – Francesco De Gregori.
Andrea (Biblioteche)
Tomaso Albinoni, Concerti per oboe (Op. 7 e Op. 9)
Sono un ascoltatore di musica classica molto casuale e davvero poco esperto. Negli ultimi tempi mi capita di frequente di ascoltare musica barocca, che trovo molto gradevole come sottofondo mentre lavoro, forse per quel senso di leggerezza e ordinata armonia che sa infondere. Oltre ad essere un artista di talento, Albinoni è anche un personaggio storicamente interessante perché essendo nato in una ricca famiglia di mercanti veneziani poté coltivare la sua vocazione musicale in totale libertà, senza dover dipendere economicamente da patroni o mecenati come accadeva spesso ai compositori dell’epoca.
Veronica (Musei)
in onore delle recente scomparsa di Shane McGowan, negli ultimi giorni ho rispolverato un disco di cui ero ossessionata da ragazzina innamorata dell’Irlanda, “Peace and love” dei The Pogues, che contiene una delle mie ballate preferite in assoluto, la splendida e straziante “Lorelei”.
Jessica (Musei)
Il fuoco non si è spento dei Bull Brigade (canzoni: Quaranta, Cuori Stanchi e Partirò per te). Ultimo album della band, uscito da poco, ascoltati da poco per la prima volta dal vivo. Mi piacciono perché mi identifico perfettamente nelle parole di queste canzoni.
Luca (Comunicazione)
Avevo il sentore su chi potesse essere l’artista dell’anno per questo mio 2023, ma ne ho avuto conferma solo con l’uscita dello Spotify Wrapped, un resoconto di Spotify che esce ogni anno sui singoli più apprezzati da ogni utente.
Nel mio resoconto annuale, tutti e cinque i brani più ascoltati del 2023, di cui il primo ascoltato più di 250 volte, vengono dall’album “La gente che sogna” di Lucio Corsi. Lucio è un giovane cantautore toscano che va a pescare a mani nude e senza timore dal glam rock degli anni settanta, restituendo una visione magica e inedita del reale. In un mondo musicale che si affida sempre più al racconto del mondo così com’è, è bello notare come alcuni tentino ancora di sforzarsi a raccontare storie per portarci via. Lucio può teletraspostarti in un mondo parallelo dove i cuscini si prendono cura delle persone che sognano e la luna è solo un lampione altissimo.
“Che esista un altro mondo io non ne dubito. Basta credere agli occhi anche quando si chiudono”.
Giulia (Presidente)
(NON MUSICA MA) PODCAST
Siccome sono un po’ datata, passo molto tempo in macchina (e un po’ correndo) e devo ottimizzare la gestione di tutti gli “input”, d’abitudine ascolto podcast e nel 2023 le mie scelte hanno rispecchiato l’esigenza forte di avere qualche elemento a supporto della comprensione della complessità socio-politica crescente.
Ho preso quindi l’abitudine di ascoltare ogni giorno o settimana: Stories, di Cecilia Sala, che racconta ogni giorno una storia dal mondo in circa 10 minuti; Globo, di Eugenio Cau (Il Post), che approfondisce un tema o Paese a settimana per 40 minuti più o meno.