È lo sguardo sulla natura la cifra del lavoro di Fabrizio Sola. Un’osservazione attenta che non intende fermare lo sguardo su un’istante, su un frammento di realtà, non intende cogliere la staticità, ma la vitalità dei luoghi e dei paesaggi che rappresenta. Una natura rappresentata attraverso pennellate forti, incisive, attraverso riflessi, colori sempre molto accesi, vivaci, ed accostamenti cromatici che procedono per contrasti altrettanto forti.

Oggi conosciamo meglio l’artista e il suo lavoro con alcune brevi domande. Per conoscere l’opera dal vivo vi aspettiamo all’inaugurazione di venerdì 17 dicembre alle ore 17 alla Rocca dei Bentivoglio.

L’INTERVISTA

Com’è maturato ed evoluto il tuo lavoro in questi sette anni?
“Il lavoro in realtà non so se si è evoluto, ma cambiato sicuramente. Dopo la mostra alla Rocca del novembre 2014 è sparita la mia opera figurativa. Spariscono le persone e altri soggetti comuni, divampa la voglia del vento, della natura e dei posti isolati e silenziosi. Divento ancora più impressionista post moderno, arrivando in certe opere all’astratto figurativo. Soprattutto negli ultimi 3 anni inizia anche l’uso di bombolette e spugne, principalmente nelle opere più recenti”
Che significato assumono le opere di grande formato? Perché questa scelta?
“In realtà le opere di dimensioni più grandi già nascono nel 2016/17. Alcune di queste hanno girovagato e sono state esposte alla Biennale di Ascoli o in altre mostre a Viterbo, Pescara, Perugia, però mai a Bologna. Questa esposizione alla Rocca dei Bentivoglio è un’opportunità per vederle da vicino e non solo in foto”
Da dove nasce questa esigenza di ritrarre il contesto naturale in maniera così decisa e preponderante?
“Non so se è una vera esigenza o qualcosa dentro che mi spinge forte a materializzare nelle mie opere la natura! Forse il bisogno fa parte di quel silenzio, del vento che trovo anche e soprattutto sulle nostre colline, dove mi rifugio spesso a camminare e dove nascono i miei quadri. In orari diversi è come trovarsi scorci e paesaggi diversi fra loro, forse un po’ come facevano i pittori impressionisti, da cui mi sono fatto ispirare e influenzare soprattutto nella mia  gioventù”
Qual è il modo in cui ti approcci alla natura per riprodurla? Ti ci immergi totalmente o la studi da lontano?
“Mi immergo completamente: camminare e respirare la natura, andando per vigneti e colline, cercando alberi strani e memorizzare il tutto dentro di me! Non esiste un quadro mio dove io abbia copiato una foto o eseguito l’opera sul posto. Dipingo e creo l’opera, ricordando più posti o paesaggi che mi sono rimasti impressi, e magari li assemblo insieme. Imprimo le luci e soprattutto quell’attimo di vento che magari mi è rimasto negli occhi”
Raccontaci qualcosa in più sui materiali di riciclo che utilizzi per le tue opere..
“Questo è uno dei messaggi a cui tengo di più.  Da anni ormai le mie opere vengono fatte su vari tipi di materiali e misure, tutto quello che trovo su cui si possa dipingere e creare. Cartongesso, laminati e ante di mobili, legni di vario tipo, plastiche, plexiglass e tavole di compensato. Per me, ridare bellezza e vita a cose gettate è la soddisfazione più grande una volta finita l’opera. Inoltre è tecnicamente interessante notare come a volte le  mie stesse opere sono diverse fra loro, sembrando  non dello stesso artista, proprio perché ogni superficie viene trattata in modo diverso, con risultati simili ma non uguali fra loro. Questo alimenta ancora di più la ricerca e il trovare sempre nuove superfici e materiali da riciclare”